Riportiamo qui di seguito quanto contenuto sul sito musicbiz.rockol.it
Il boom dei concerti sta andando oltre i concerti. Oltre alle ultime trimestrali di Live Nation e CTS Eventim - aziende leader rispettivamente sui mercati americano ed europeo, a testimoniare l’ottimo stato di salute del comparto è arrivato, lo scorso 17 luglio, l’annuale rapporto di SIAE su Spettacolo, Intrattenimento e Sport. I numeri contenuti nel report parlano da soli: nel corso dell’anno passato sul territorio nazionale 3,5 milioni di spettacoli (+14,9% su base annua) hanno chiamato davanti ai palchi 23,7 milioni di persone (+13,6% su base annua). A registrare una vera e propria impennata sono stati i grandi concerti di musica pop, rock e leggera, che nel 2023 hanno superato i 36mila eventi, praticamente raddoppiando il numero degli show (+88%) rispetto al 2019, l’ultimo anno pre-Covid.
Lo slancio del live non si è riverberato solo sulle aziende della filiera e sull’indotto territoriale, ma anche sul mondo delle collecting: la crescita degli eventi implica un sempre maggior “consumo” di musica, tramite la pubblica esecuzione, che si riflette - virtuosamente - su autori ed editori. Per questa ragione Rockol ha intervistato in esclusiva il Direttore Generale di SIAE Matteo Fedeli, che ha spiegato le ragioni per le quali lo slancio assunto dal settore live - e da altri settori particolarmente floridi dell’industria musicale, come il digitale - favorirà concretamente i primi anelli della filiera creativa.
Essere una collecting non for profit
“La natura di SIAE è non for profit: siamo un’entità posseduta dagli autori ”, ha premesso Fedeli: “Negli anni ci siamo sottoposti a una cura dimagrante per essere più efficienti, anche adottando tecnologie innovative: questo percorso, nel tempo, ci ha portato a costare di meno. E, costando di meno, ci poniamo il problema di cosa fare dei soldi extra che incassiamo. Per come siamo strutturati non distribuiamo dividendi, quindi come società lavoriamo per abbassare la nostra administration fee”.
In termini economici, l'operazione - in approvazione dagli organi sociali della collecting - si tradurrà in 3 milioni e mezzo in più all’anno nel monte complessivo di ripartizioni agli aventi diritto nei segmenti nei quali SIAE è riuscita a finalizzare al meglio i propri obiettivi di miglioramento operativo, ovvero in quelli dei grandi concerti e del digitale.
“Il nostro obiettivo è abbassare la provvigione in maniera consistente per fare ritornare i soldi nelle mani degli associati ”, precisa Fedeli: “Nel 2025, a parità di soldi in cassa avuti dagli utilizzatori - poniamo dagli abbonati a Spotify o dai fan che comprano i biglietti per i concerti di Live Nation - riusciremo a dare 3,5 milioni di euro in più agli aventi diritto, perché il nostro lavoro costa meno e ci permette di chiedere una provvigione più bassa”.
La musica dal vivo
Per quanto riguarda i concerti, coinvolti nell’operazione saranno gli eventi con più di 5000 spettatori >/strong>. La riduzione dell’aggio sarà applicata a fasce progressive, con l’ultima - quella più alta, che include gli spettacoli con oltre 20mila paganti, per i quali l’aggio sarà abbassato dal 12 al 5%, permettendo così di far finire nelle mani degli aventi diritto il 95% del gettito complessivo generato dal concerto.
Il digitale
“Lo stesso principio vale per il digitale, settore nel quale stiamo diventando i migliori del mondo, insieme agli inglesi di PRS”, prosegue Fedeli: “Su tutto il mondo dell’online multiterritoriale - per intenderci, i grandi DSP come Spotify e Youtube - l’aggio sarà ridotto dal 10 all’8%. La somma di questi due effetti è che dal 2025 in poi, a parità di gettito - anche se le nostre performance finanziarie sono in continuo miglioramento, 3 milioni e mezzo di euro finiranno nelle mani dei nostri azionisti, ovvero gli autori e gli editori, invece che in costi della società”.
In futuro altri tagli in altri settori
Con l’obiettivo, chiarisce il dg di SIAE, di abbassare ulteriormente l’aggio. “Stiamo andando meglio del previsto: questi tagli pensavamo di applicarli tra il 2025 e il 2026, ma siamo riusciti ad anticiparli”, spiega Fedeli: “L’obiettivo, per il prossimo anno, è introdurre un ulteriore abbassamento delle provvigioni, non necessariamente nelle stesse voci, ma coinvolgendone anche altre. Perché - insiste - siamo diventati più efficienti. Ma dobbiamo sempre aspettare un attimo per essere sicuri che questa maggiore efficienza sia consolidata, onde evitare di fare la cosa più pericolosa che un collecting possa fare, che non è abbassare l’aggio, ma alzarlo”.
“L’obiettivo di SIAE è quello di chiudere con un utile positivo prossimo allo zero”, prosegue Fedeli: “Al momento stiamo consolidando il preventivo del 2025, il che ci permette di vedere in anticipo quanto margine di manovra ci sia per limare sulle commissioni in modo da restituire il più possibile ai nostri azionisti, che sono gli aventi diritto”.
E’ più l’andamento del mercato o il raggiungimento di una sempre maggiore efficienza il parametro principe per attuare provvedimenti come quello annunciato? “E’ la somma delle due componenti”, conclude il dg della collecting: “Se il mercato cresce, e io riesco a non aumentare le spese, mi rivelo efficiente. Nel nostro caso specifico, il mercato è cresciuto anche a causa dell’inflazione, ma - nonostante la stessa inflazione - SIAE non solo è riuscita a non far lievitare i costi, ma addirittura ad abbassarli (anche grazie a politiche di efficientamento del personale): più questa forbice di allarga, più il margine diventa ampio per riduzioni importanti”.
Davide Poliani